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Gravidanza e allattamento ai tempi del coronavirus: facciamo chiarezza

A Piacenza è nato un bimbo sano da mamma positiva al Coronavirus. In questo momento di allerta internazionale, questa è una splendida notizia. Nonostante siano ancora pochi i dati sulla trasmissione del virus al feto durante la gravidanza, cerchiamo di fornire un quadro chiaro e completo su quali siano le raccomandazioni in merito.

Piccola premessa:

Mamma, E’ NORMALE AVERE PAURA.

Sei consapevole di avere una piccola creatura da proteggere e stai già facendo del tuo meglio. se sono scese lacrime non sentirti in colpa; paura, tristezza e rabbia defluiranno insieme alle tue lacrime. Piangere a volte fa bene. Ma dopo riprendiamoci, facciamoci forza e torniamo a concentrarci sulle attività rassicurano e che fanno stare bene. Affrontiamo le giornate una alla volta, un passo alla volta, insieme.

Il Coronavirus non deve togliere, ma donare tempo alla gravidanza.

Rimanere più tempo a casa permetterà di preparare con cura e amore tutto ciò che servirà, leggere libri ed informarsi sulla gestazione e sull’allattamento, seguire un corso pre-parto online e confrontarsi con persone di maggiore esperienza e competenza.

Le emozioni positive rafforzano il sistema immunitario.

Concentrati su ciò che piace e che gratifica. Riposati, stacca la spina. Concediti un bagno caldo e una tisana rilassante la sera, prima di coricarti. Ascolta la musica che preferisci, invece dei notiziari. Cura l’alimentazione al meglio e dedica un po’ di tempo a semplici esercizi fisici che ti aiutino a rimanere in forma e – soprattutto – a scaricare le tensioni.

E adesso andiamo al sodo.

Quali sono i rischi della donna in gravidanza per sè e per il bambino?

La gravidanza stessa determina nella donna uno stato di immunodepressione legato alla gravidanza stessa, che la rende più suscettibile a infezioni di vario tipo, e quindi anche a quelle respiratorie bersaglio del Coronavirus. Sicuramente la donna in gravidanza, più della popolazione generale, deve far attenzione ai provvedimenti di prevenzione del contagio e quindi:

  • lavarsi di frequente le mani con il sapone,
  • evitare di toccarsi occhi e bocca con le mani,
  • evitare luoghi affollati, tenersi a distanza (a un metro dice il Ministero della Sanità) da persone che presentano sintomi influenzali o respiratori oppure potrebbero essere entrati in contatto con il virus.

Le stesse precauzioni valgono per ogni periodo gestazionale, senza distinzione.

Se il contagio avviene verso la fine della gravidanza, è necessario anticipare il parto?

No, ma dipende dalle condizioni cliniche non tanto del feto ma quanto della mamma. Infatti una donna può essere positiva al coronavirus, e quindi avere contratto l’infezione, ma essere clinicamente stabile. Pertanto sarà necessario il ricovero e l’isolamento, e il monitoraggio del benessere materno e fetale. Il parto anticipato è previsto solo se le condizioni del feto lo permettono, e le condizioni della mamma richiedono di essere stabilizzate.

Se la donna incinta è contagiata, lo è anche necessariamente il neonato?

Al momento con i dati a disposizione che si basano su un unico studio effettuato in Cina, non è stata dimostrata la presenza del virus né nel sangue cordonale, né nel liquido amniotico, né nel latte materno delle pazienti infette. Quindi, sembra ragionevole dire che non ci sia un passaggio transplacentare o ematico del virus al feto.

In caso di contagio al momento del parto, è più indicato il parto naturale o il cesareo?

Non c’è una indicazione al taglio cesareo nelle donne affette da infezione da coronavirus, a meno che non siano presenti indicazioni per altri motivi. Si sceglie la modalità di parto che abbia il minore impatto per la mamma. La donna può quindi avere un parto naturale.

Come comportarsi per le visite e i controlli?

Eccezion fatta per i casi di positività al COVID-19, L’attività ambulatoriale per le donne in stato di gravidanza rimane aperta negli ospedali. Per quanto riguarda invece i corsi pre-parto sono sospesi per evitare situazioni di affollamento.

Dopo il parto, si può allattare al seno?

. Secondo le recenti indicazioni della Società Italiana di Pediatria, l’allattamento al seno è possibile adottando precauzioni diverse a seconda se:

  • la mamma è positiva al virus, asintomatica o poco sintomatica: può allattare in un’area isolata dedicata al puerperio, adottando tutte le misure di prevenzione adeguate come lavarsi le mani e indossare la mascherina
  • la mamma poco sintomatica con accertamento in corso di positività del coronavirus: può allattare
  • la mamma è positiva e ha sintomi di infezione respiratoria: il neonato viene separato dalla mamma e il latte viene prelevato con tiralatte.

Come si puo’ mantenere la produzione di latte se la madre è separata temporaneamente dal proprio neonato?

Le madri che intendono allattare devono essere incoraggiate a praticare la stimolazione del seno e la spremitura manuale del loro latte per iniziare e mantenere la lattazione. Prima di spremere il latte materno, le madri devono praticare l’igiene corretta delle mani e devono attenersi alle modalità di raccolta e conservazione del latte fornite dai medici pediatri, ostetriche, infermieri.

La madre sottoposta ad accertamenti per sospetta covid-19 deve essere separata temporaneamente dal proprio neonato?

No, se non strettamente necessario. I rischi e i benefici della separazione temporanea della madre dal suo bambino vengono sempre discussi con la madre dal team medico specialistico ostetrico e pediatrico.

RIFERIMENTI: https://www.policlinico.mi.it/ | https://www.sanpiox.net/ | https://emdr.it/index.php/un-prontuario-per-lemergenza-come-gestire-lo-stress-ai-tempi-del-coronavirus/

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Il nostro impegno per un futuro migliore

SosMama prosegue il progetto di formazione per peer-counsellors e pediatri specializzandi: insieme per sostenere, promuovere, proteggere l’allattamento

Foto di @Tammy Nicole

SOSMAMA è nata 18 anni fa in un territorio, quello di Formigine, forte della presenza capillare di associazioni di Volontariato che, da sempre, vedono impegnata parte della cittadinanza con lo scopo comune di rendere migliore la salute e la qualità della vita di tutta la comunità

Una delle strategie più efficaci per garantire a tutti un futuro migliore è la PREVENZIONE, e questo noi volontiarie di SosMama, che oltre ad essere donne siamo anche mamme, lo sappiamo bene.

Ecco perchè poniamo tanta attenzione al primo alimento, la perfezione nutritiva per chi viene chiamato alla vita, l’alimento che ha garantito la sopravvivenza della specie umana: il latte materno. Lavoriamo costantemente per una campagna di sensibilizzazione che ci vede impegnate in incontri di formazione e di informazione aperti a tutti, perchè la conoscenza è l’arma più potente per affrontar il nostro futuro.

Abbiamo pensato e creato molti progetti in questi anni, ma ce n’è uno di cui siamo particolarmente orgogliose per i suoi risultati: un ciclo di seminari in materia di allattamento, iniziato già due anni fa, realizzato in collaborazione con una formatrice di eccellenza, consulente professionale IBLCL, Tiziana Catanzani. La particolarità degna di nota risiede nei partecipanti: medici specializzandi in pediatria presso la facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università di Modena e Reggio-Emilia, i quali hanno scelto di aderire al corso avanzato – tenutosi dal 12 al 14 Aprile scorso – per affrontare un argomento importante come quello dell’allattamento al seno; giovani medici che hanno investito tempo ed energie per integrare il loro percorso universitario ed apprendere preziose nozioni scientifiche sull’allattamento materno, fianco a fianco con le consulenti alla pari dell’associazione.

Grazie a questa iniziativa nei prossimi anni il territorio si arricchirà della presenza di medici con una preparazione specifica in materia di allattamento, che potranno svolgere un fondamentale lavoro di prevenzione e realizzare una diffusione sistematica di informazioni corrette che, certamente, potrà raggiungere un maggior numero di famiglie.

SosMama è molto orgogliosa di aver contribuito a creare le condizioni favorevoli e ad attivare le giuste sinergie con l’unico obbiettivo di riuscire a rispondere in maniera sempre più efficace alle richieste di aiuto e di sostegno che ogni giorno ci giungono da genitori che si trovano in difficoltà con l’allattamento.

Desideriamo pertanto rivolgere alcuni doverosi ringraziamenti, il primo fra tutti alla dott.ssa Giulia Zagni per essersi adoperata nell’organizzazione dei corsi con tanta energia e passione. A seguire, un grazie sincero ed affettuoso a Tiziana Catanzani che non si stanca mai di arricchirci, con la semplicità e la competenza che la contraddistinguono. Ed infine, ma forse più significativo, il nostro caloroso ed ammirato ringraziamento va ai medici che hanno partecipato e che parteciperanno ai prossimi seminari, dimostrando un impegno ed una curiosità che li porteranno certamente a brillanti risultati.

È così che noi vediamo il futuro: camminando insieme a tutti coloro che sanno riconoscere il valore della prevenzione per la salute e il futuro dei nostri figli, uomini e donne di domani!

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SAM 2019 -Allattamento e genitorialità: Flash Mob!

Sabato 5 Ottobre 2019
ore 10:00

La Settimana per l’Allattamento Materno (SAM) – dal 1 al 7 di ottobre tutti gli anni raggruppa gli sforzi di tutti i promotori dell’allattamento materno, i governi, ed enti per sensibilizzare l’opinione pubblica e per generare sostegno, utilizzando un tema diverso ogni anno.

Lo slogan di quest’anno, “Potere ai genitori per favorire l’allattamento”, è stato scelto per abbracciare tutte le tipologie di famiglia del mondo contemporaneo. Estendere il sostegno a entrambi i genitori e aumentarne la consapevolezza è determinante affinché questi ultimi possano realizzare gli obiettivi che si prefiggono in tema di allattamento.

In occasione di questa importante ricorrenza, alla quale SosMama non farà mancare il proprio contributo, siete tutti invitati ad una mattinata da trascorrere insieme, con tante attività ed iniziative proposte:

PRESSO IL CENTRO PER LE FAMIGLIE
VILLA BIANCHI – VIA LANDUCCI 1/A (ingresso VIA FIORI), CASINALBO

Scarica il volantino: clicca qui!

Infografica SAM 2019

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La sostenibile unicità del latte materno

Articolo tratto da magazinepadiglioneitalia

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I mammiferi esistono sulla terra da quasi 220 milioni di anni e la selezione naturale ha avuto quindi tutto il tempo per consentire che le loro ghiandole mammarie sviluppassero la produzione di un liquido altamente specializzato ed individualizzato, nutritivo e allo stesso tempo di spiccato valore biologico.

Il latte materno è vivo (contiene cellule materne), inimitabile nella sua capacità di difendere il bambino, specie-specifico e quindi molto diverso dai latti di mucca o di asina o di capra comunemente proposti per sostituirlo. E’ liquido biologico a spiccata biodiversità, variando di composizione non solo in base alla dieta materna, ma anche in base ad altre variabili, in particolare alla durata della gravidanza. In questo modo i prematuri (che rappresentano il 6-10% di tutti i nati) hanno a disposizione un latte materno più ricco di proteine, particolarmente adatto alle loro peculiari esigenze nutrizionali.

Per tutti questi motivi il latte umano rappresenta per l’Organizzazione Mondiale della Sanità e per l’UNICEF il riferimento nutrizionale principe fino al sesto mese di vita compiuto quando si aggiungeranno gli alimenti semi-solidi e solidi tipici dello svezzamento e più in generale dell’alimentazione dell’adulto.

Nel XX secolo, una serie di fattori quali la disponibilità di latti artificiali ormai igienicamente adeguati, alcuni sostanziali cambiamenti socio-culturali (come il massiccio ingresso delle donne nel mondo del lavoro) e un’erronea convinzione che il latte artificiale fosse vantaggioso per le donne, hanno limitato il fenomeno dell’allattamento al seno, con una rapidità, che non si era mai verificata in precedenza nella storia dell’umanità.

Una serie di studi scientifici pubblicati negli ultimi 40 anni ha tuttavia sottolineato come la sostituzione di un’alimentazione al seno con una artificiale al biberon riduca in realtà la salute materno-infantile e aumenti i costi sanitari per curare una popolazione meno sana.

Il bambino risulta meno protetto dalle infezioni e dalle allergie, più soggetto alla morte in culla, a certi tumori come linfomi e leucemie, all’obesità, meno brillante nel suo sviluppo intellettivo e nelle sue performance scolastiche. Dal canto suo la madre che non allatta vede aumentare il rischio di cancro al seno ed alle ovaie.

Si comprende bene quindi come le Agenzie internazionali che si occupano di salute quali OMS ed UNICEF, i governi nazionali e regionali, accreditate società scientifiche di nutrizione e di pediatria (in Europa l’ESPGHAN, negli USA l’American Academy of Pediatrics), siano intervenuti decisamente in particolare negli ultimi 20 anni per un recupero dell’allattamento al seno. I dati statistici documentano come questi interventi siano stati efficaci e che l’allattamento al seno sia in recupero a livello internazionale, pur nell’ambito di una grossa disomogeneità fra paesi e regioni diverse.

Questa recente parabola sociale e nutrizionale ci porta a ritenere come il latte materno rientri a pieno diritto nell’elenco degli alimenti la cui produzione va preservata nel futuro sia a livello individuale (sostegno e incoraggiamento alla donna che allatta per contrastare l’abbandono della pratica), che a livello della società (protezione legislativa).

E’ affascinante considerare come il latte materno sia vero e proprio slow food, il primo che l’essere umano incontra nel suo lungo percorso alimentare. Veicolando nutrienti e sapori della dieta materna, l’allattamento al seno implica una rilevante esperienza di educazione del gusto già prima della differenziazione alimentare tipica dello svezzamento.

In un mondo in cui le risorse alimentari vanno rispettate, il latte materno rappresenta l’alimento sostenibile per eccellenza, consumato dal bambino proprio sul luogo di produzione (la mammella), in equilibrio con l’ecosistema. Il ricorso al latte artificiale come alternativa al latte umano offre un alimento di qualità inferiore, con maggior impiego di risorse ambientali dall’allevamento di mucche da latte, allo sfruttamento in eccesso di pascoli, ai processi di inscatolamento o imbottigliamento del prodotto in polvere o liquido. La produzione di latte da parte della madre vede invece solo leggermente aumentati i suoi bisogni nutrizionali per far fronte alla lattazione. L’efficienza di produzione è quindi la massima possibile, col minor spreco.

Le conoscenze, le competenze alla base dell’allattamento materno meritano di essere quindi mantenute nel tempo, trasmesse attraverso le generazioni. L’allattamento al seno è patrimonio nutrizionale da salvaguardare. Fondamentale è quindi il ruolo dell’educazione all’allattamento al seno nella società, nella scuola, con i mass-media. Il modello culturale, che ispira l’allattamento al seno e il rapporto intimo fra madre e bambino porta in sé valori di tolleranza, variabilità-flessibilità, rispetto, interazione fra individui.

In sintesi, il latte materno è per il neonato e il bambino l’alimento normale e naturale, sano, universalmente accessibile. Il suo consumo è transculturale e accomuna nel globo individui appartenenti a culture e società molto diverse fra loro. Dando all’individuo le stesse opportunità nutrizionali e di salute, rappresenta una forma di alimentazione equa, un passo significativo nella lotta globale sia alla malnutrizione per difetto che a quella per eccesso.

Spetta ora anche all’EXPO 2015 il compito di trasmettere come precisa eredità concettuale per le future generazioni il messaggio che l’allattamento al seno non solo rappresenta una norma naturale, ma anche un intervento globale di sostenibilità, ecocompatibilità, equità.

 

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